Nuova creazione poetica di Maria Luisa Capraro per ricordare l'impegno e la costanza di Raimondo Scremin
(Sedico, S. Cecilia 22 novembre 2015)
Eccoci, finalmente tutti qua,
per un convivio dopo la solennità.
Per Santa Cecilia abbiano cantato
e ora il pranzo è strameritato.
In verità, questa è l’occasione,
per affrontare un’altra questione.
Al maestro Raimondo diamo il benvenuto
ma un ringraziamento a lui è dovuto.
Non so bene da che anno ha iniziato,
ma il decano della schola lui è stato.
Tenore sicuro e corposo
ha conservato, negli anni, il timbro corposo.
In quiescenza non è andato per carenza di fiato,
ma piuttosto è il fisico che non l’ha aiutato.
Gli anni non li dimostra in verità
ma a un certo punto dice la sua anche l’età.
Ricordi penso ne conservi chissà quanti,
come pure spartiti e canti.
Riti ne ha animati veramente tanti
che ancora un po’ rischia di finire tra i Santi.
Nelle trasferte sempre presente
ci dava buca difficilmente.
Tra una Messa cantata e un concertino,
un mezzo forte e un andantino,
stare assieme non è stato faticoso
e qualche volta pure scherzoso.
Chi non ricorda quella volta che a Barbisano abbiam cantato
e un contrattempo è capitato.
Tutti concentrati nel fare bella figura
in ordine e regolare deve essere l’andatura
ma nel più bello, chi l’avrebbe detto,
il maestro Raimondo inciampa nel banchetto.
Fogli che vanno di qua e di là,
ma che importa lui le segretarie ce l’ha.
La reazione di Luisa e Rita è immediata
e la performance anche stavolta è salvata.
Ho voluto un po’ scherzare dai,
ma so che l’ironia a lui non manca mai.
Invece ci mancherà la sua preparazione,
il latino lo sapeva a perfezione.
Psalite ili, de cem cordarum, cujus latus perforatum, che paura,
senza di lui la vedo dura.
Un esempio da seguire è stato,
per la passione e l’impegno che ha dimostrato.
Speriamo che il suo posto venga presto occupato,
da un baldo tenore con tanto fiato.
Anche se nel coro, fisicamente non ci sarà,
tra i banchi siam sicuri canterà;
e il Padreterno nella sua bontà,
ancora qualche annetto gli regalerà.
Questo è l’augurio che oggi gli facciamo
tra canti, brindisi e strette di mano.
Luisa Capraro